Intorno al territorio di Melilli c’è molto da vedere e da visitare, sia in campo naturalistico-escursionistico che in campo storico-archeologico.
Pantalica, Megara Iblea, Thapsos, luoghi affascinanti che attirano ogni anno moltissimi visitatori da tutto il mondo: turisti e curiosi, archeologi, naturalisti, scolaresche…
In questa serie di articoli parleremo di questi siti archeologici, beni di grande importanza per il nostro territorio, da tutelare e da far conoscere sia ai nostri concittadini che ai turisti appassionati di storia e archeologia.
Basta allontanarsi un poco dal paese, muovendosi nei dintorni, nelle zone che vanno da Siracusa, passando per Melilli fino ad arrivare al territorio di Augusta.
La cultura di Thapsos
E’ denominata così dal nome della penisoletta, oggi chiamata Magnisi, uno dei siti protostorici siciliani più importanti, e si colloca nella media età del bronzo.La posizione geografica di questa penisola, quasi un porto naturale collegato alla terraferma da un piccolo istmo, si prestò bene ad uno sviluppo di tipo agricolo ma soprattutto commerciale.
Fu l’archeologo Paolo Orsi tra il 1889 e il 1895 a definire i caratteri di questa cultura attraverso gli scavi di un gruppo di villaggi costieri del territorio circostante Siracusa (Plemmyrion, Matrensa, Molinello di Augusta etc..) di cui Thapsos era il centro vitale, capitale importante della rete di traffici commerciali del Mediterraneo nella media e tarda età del Bronzo.
Gli scambi intensi con il mondo Miceneo permisero a questa cultura di conoscere i raffinati prodotti dell’artigianato miceneo, ma anche i suoi costumi e credenze.
L’influenza micenea è ben visibile con il cambiamento delle costruzione architettoniche nella seconda fase di questa civiltà nel XIII-XII sec a.C., non più capanne circolari ma edifici rettangolari che si dispongono attorno a cortili recintati. Thapsos è stata definita il faro della presenza Egea in Sicilia, in quanto aveva stretti rapporti commerciali con Cipro e Malta.
Nella penisola sono presenti diverse necropoli, di svariate epoche e conformazioni: nella parte centrale sono presenti tombe ad enchytrimòs, nella parte sud e nord-est tombe a grotticella artificiale, dotate di un semplice pozzetto o di un dromos o corridoio (si notano nelle sepolture in riva al mare dove l’azione delle onde li ha portati alla luce).
Le camere sepolcrali sono a pianta circolare con soffitto a volta e in alcuni casi nicchie alle pareti (ben visibili in una tomba la cui volta è crollata), dove venivano deposti i corredi funebri. Le sepolture erano a gruppi allargati, spesso anche molto numerosi. Le necropoli hanno restituito vasi, coppette, monili ed armi, collane in osso, gioielli di pasta vitrea, perle d’ambra, uno splendido esemplare di pugnale di bronzo di tipo miceneo.
La maggior parte dei reperti provenienti dagli scavi di Thapsos è oggi esposta al Museo Archeologico Regionale “Paolo Orsi” di Siracusa.
La sezione del museo dedicata a Thapsos (seziona A – preistoria e protostoria) mostra reperti affascinanti, appartenenti appunto ad una delle più antiche ed importanti culture della nostra isola.
Vi consiglio vivamente di visitare il museo, ma anche la penisola Magnisi, che ha conservato un fascino selvaggio ed ancestrale, con il suo terreno brullo e spoglio, anche se ben poco è rimasto delle antiche rovine se non la necropoli sulla scogliera.
Fonti:
“Dal museo ai siti” – Distretto scolastico 58 – Augusta – Melilli – Sortino,
a cura del CIDI di Siracusa.
La pagina dedicata a Thapsos su Wikipedia
Link utili:
Il sito ufficiale del Museo Archeologico Paolo Orsi [Viale Teocrito, Siracusa]
Una gallery fotografica dedicata a Thapsos su Siciliafotografica.it
Video – ThapSOS su Youtube